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Anello del monte Guslon

kmsf 29.8
Icona cartello Alternativa alla classica escursione al rifugio Semenza, facendo un giro ad anello attorno al monte Guslon, passando per la Val Salatis, il Pian de le Stele e la Val Sperlonga.

Ultima data in cui ho fatto questa escursione: giugno 2024

I percorsi qui descritti sono stati camminati personalmente e ogni escursione è andata a buon fine.

Considera però che nel tempo le condizioni dei sentieri possono cambiare, così come cambia la loro praticabilità nelle diverse stagioni o la percezione di tratti più o meno esposti oppure più o meno difficili.

Informati sempre sullo stato dei sentieri e valuta in base alle tue capacità.

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Dove parcheggio? Icona auto

È possibile parcheggiare all'agriturismo Monte Cavallo, dove ci sono alcuni posti liberi e molti altri a pagamento. Per avere più disponibilità di posti liberi si può lasciare l'auto circa 1 km più indietro, a Col Indes. Il tempo a piedi tra i due parcheggi è di poco più di 10 minuti. Questa escursione considera la partenza dell'agriturismo Monte Cavallo (vedi in Google Maps).
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Video dell'escursione

Partenza

Dal parcheggio si prosegue lungo la strada asfaltata che va verso il bosco (basta seguire gli altri, andranno tutti per di là). Raggiunto il primo importante bivio si noterà probabilmente molta gente andare a destra, per iniziare il sentiero 926 che porta al rifugio Semenza nel modo più breve e più conosciuto. In questa escursione si prosegue invece verso sinistra, su vie meno battute.
Parcheggio presso l'agriturismo. Si nota il monte Guslon, che dovrà essere aggirato.
Parcheggio

Sentiero 924A verso la Val Salatis

La strada di cemento diventa ben presto sterrata. Si prosegue con qualche tratto di salita e qualche tratto di discesa, superando le due deviazioni segnalate che portano a Cima Vacche e al monte Guslon. Quando il fondo diventa nuovamente di cemento si prosegue ancora un po' in leggera discesa, fino a incontrare il sentiero 924A che si stacca sulla destra.
Il sentiero è abbastanza ben visibile tuttavia è sconnesso e bisogna fare attenzione a eventuali radici e buche d'intralcio. Va quindi messo in conto del tempo in più per superare questo tratto scomodo, tanto più che nell'ultima parte ci si mettono in mezzo anche un po' di pini mughi.
Attenzione! Il sentiero 924A è stretto ed è poco frequentato: ci si trova in più punti a dover camminare con l'erba che invade la traccia (nell'escursione fatta nel 2024 lo stato del sentiero mi è parso peggiorato rispetto all'escursione fatta nel 2021). Ciò si traduce inevitabilmente in un marcato pericolo zecche. Chi intraprende questo sentiero sia consapevole del rischio! Sicuramente farlo in determinati periodi dell'anno riduce la possibilità di incontrare zecche.
Inizio del sentiero 924A.
Inizio sentiero 924A
Sentiero 924A verso la Val Salatis. In molti punti l'erba invade la traccia.
Sentiero
Verso la Val Salatis.
Verso la Val Salatis

Val Salatis

Al termine del sentiero si incrocia una strada sterrata che rende di nuovo agevole il cammino. Si è qui nella Val Salatis e si vedono ampi ghiaioni sulla sinistra e il monte Guslon sulla destra. La strada porta comodamente fino al Pian de le Stele, dove si trovano una casera e alcuni segni dell'attività di pascolo delle pecore che si svolgeva in passato nella zona. Si riesce ad individuare qualche moltrin: un tipico anello di pietre dentro al quale venivano radunate le pecore in attesa per la mungitura.
Casera o bivacco al Pian de le Stele.
Pian de le Stele
A questo punto c'è un bivio, la via di destra sembra quella più battuta. Si entra dapprima in un bosco di alberi alti, che lasciano via via spazio ad arbusti e mughi, mentre si nota qualche evidente fenomeno carsico. Nel fondo di qualche depressione carsica è possibile trovare della neve che resiste anche per parte dell'estate. Il sentiero è bollinato, non difficile da seguire, ma piuttosto sconnesso in alcuni punti, occorre quindi prestare una certa dose di attenzione in più.
Pini mughi.
Pini mughi
Verso la Val Sperlonga.
Verso la Val Sperlonga

Val Sperlonga

Un tratto su una pietraia (sempre bolli a segnare il sentiero) porta al passaggio tra la Val Salatis e la Val Sperlonga, sui 1750 metri di quota. L'ambiente tra le due valli cambia completamente: alberi e arbusti nella Val Salatis, ghiaioni nella Val Sperlonga. Le vette che si trovano di fronte segnano il confine tra il Veneto e il Friuli. Sul punto più basso della valle è possibile che si trovi neve anche in estate. Sulla destra si alza, sul ghiaione, il sentiero che porta al rifugio Semenza, che sembra vicino ma mancano ancora 350 ripidi metri di salita.
Pietraia verso la Val Sperlonga.
Pietraia
La Val Sperlonga, agosto 2021, con la neve dell'inverno precedente.
Val Sperlonga
Risalendo la valle, giugno 2024.
Risalendo la Val Sperlonga

Rifugio Semenza

Continuando a salire su ghiaione e rocce tenendo la valle alla propria sinistra, si arriva su fino ai 2000 metri. Ecco spuntare in alto il rosso del bivacco Lastè mentre ci si avvicina alla forcella. Qualche metro più in là e si arriva anche al rifugio Semenza.
In vista del bivacco Lastè. Manca poco per raggiungere anche il rifugio Semenza.
Bivacco Lastè.
Icona rifugio Il rifugio è intitolato a Carlo e Massimo Semenza. Carlo Semenza è conosciuto soprattutto come progettista della diga del Vajont. è stato inaugurato nel 1963. Si trova a quota 2020 metri in Alpago e apre indicativamente da giugno a settembre/ottobre. A questo rifugio non si arriva in macchina, non ci si arriva neanche vicino in macchina, e questo lo rende un po' esclusivo tra quelli nella zona delle prealpi venete. La partenza a piedi più gettonata è da Col Indes, salendo in auto da Tambre.
Panorama dal rifugio Semenza (in basso a destra nella foto) verso la piana del Cansiglio.
Rifugio Semenza
Rifugio Semenza da dentro.
Rifugio Semenza

Sentiero CAI 926

Dal rifugio si prende in discesa il sentiero 926, facilmente individuabile sia per le sue condizioni sia per la quantità di persone in transito (perlomeno nei weekend).
Nella prima parte la discesa presenta anche qualche breve e leggero tratto di risalita. Ad un bivio si prosegue dritti finché si arriva a un particolare e ben riconoscibile albero secco. Da lì la discesa inizia a farsi più forte e si entra nel bosco. All'uscita del bosco un ultimo tratto di prato, e si arriva al bivio incontrato all'inizio dell'escursione. Qualche minuto ancora di cammino e si torna al parcheggio.
Per qualche altra foto e indicazione sul sentiero di discesa guarda quest'altra escursione.
Prati al termine della discesa su sentiero 926.
Alpago
Scarica traccia GPX

Non perderti! Scarica la traccia in formato .gpx e utilizzala durante l'escursione con una delle tante app disponibili per cellulare.

La traccia è stata realizzata con Komoot e segue il percorso originale.

Komoot fa i suoi conti su distanza e dislivello, quindi i valori qui sotto possono differire da quelli riportati nel resto della pagina. Il tempo in Komoot è calcolato impostando il livello "molto allenato", che corrisponde a tenere un buon passo, senza considerare eventuali pause che vanno quindi aggiunte al tempo totale.