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Sulle colline attorno a Vittorio Veneto

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Icona cartello Escursione sulle colline attorno a Vittorio Veneto, per il monte San Paolo, il monte Altare, case Foda, il monte Baldo, Serravalle, Santa Augusta, la Turris Nigra e il Santuario della Madonna della Salute.

Ultima data in cui ho fatto questa escursione: dicembre 2022

I percorsi qui descritti sono stati camminati personalmente e ogni escursione è andata a buon fine.

Considera però che nel tempo le condizioni dei sentieri possono cambiare, così come cambia la loro praticabilità nelle diverse stagioni o la percezione di tratti più o meno esposti oppure più o meno difficili.

Informati sempre sullo stato dei sentieri e valuta in base alle tue capacità.

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Dove parcheggio? Icona auto

Il percorso di questa escursione permette di compiere il giro attorno a Vittorio Veneto, passando per i borghi storici di Ceneda e Serravalle. Un parcheggio comodo è quello vicino alla pista di atletica (vedi in Google Maps).
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Video dell'escursione

Vittorio Veneto e Ceneda

L'escursione prevede di raggiungere quattro cime o alture principali (monte San Paolo, monte Altare, monte Baldo, Turris Nigra) e il dislivello complessivo la rende impegnativa. Se si vuole accorciare ci si può concentrare solo sulla parte ovest/sinistra della mappa, quindi quella che va da Ceneda al monte Baldo, sicuramente la più interessante (se da Serravalle si torna diretti alla macchina si accorcia dei 300 metri di dislivello per salire alla Turris Nigra).
Dal parcheggio (da dove già si vede la croce del monte Altare che verrà raggiunta nella prima parte dell'escursione) si prende via del Corder, aperta alla fine per pedoni e bici, si attraversa il fiume Meschio e si raggiunge la piazza principale di Ceneda, con la cattedrale, la Loggia del Cenedese con il Museo della Battaglia e il parco Papadopoli.
Ceneda, citata in un documento per la prima volta nel VI secolo ma sicuramente già abitata in epoca romana, si è unita a Serravalle nel 1866, con il passaggio del Veneto al Regno d'Italia, per formare il comune di Vittorio, in seguito ufficializzato come Vittorio Veneto nel 1923. L'espansione urbanistica ha reso oggi i due borghi un unico paese.

Castello di San Martino

Prendendo via Brevia si supera sulla sinistra quello che è chiamato il Caregon del Diòl (trono del diavolo), che rappresenta i resti di una fortificazione che nel 1179 avrebbe ospitato anche Federico Barbarossa, e si arriva al Castello di San Martino. Il castello è ancora oggi, da un migliaio di anni, sede vescovile. E' stato ricostruito o sistemato diverse volte nel corso del tempo. Se la porta è aperta, il cortile interno è visitabile.
Panorama su Vittorio Veneto dal cortile interno del Castello di San Martino.
Castello di San Martino

Monte San Paolo

Dal piccolo parcheggio di fronte al castello si inizia ad andare per sentieri, per salire nel bosco fino al monte San Paolo, dove è stato edificato all'inizio del 1500 il tempio dedicato a San Paolo, con abitazione del custore.
Icona cima Monte S.Paolo
330 mt
Proseguendo oltre il tempio si notano i resti della rocca di Sant'Elia, costruita ai tempi delle invasioni barbariche e poi andata distrutta. Passando per la porta di San Zuane si scende da questa prima cima.
Andando verso San Paolo al Monte.
San Paolo al Monte
Tempio sul colle San Paolo.
Tempio sul colle San Paolo

Monte Altare

Si scende, ma non di molto, per poi risalire verso la croce del monte Altare. Nel punto in cui si scollina dal versante sud al versante nord (normalmente cioè quando si passa dal sole all'ombra), si noterà un altro sentiero che taglia perpendicolarmente quello su cui ci si trova: è, per così dire, la direttissima che sale alla croce. Non per tutti, bisogna stare attenti in alcuni punti e aiutarsi con le mani, quindi in questa escursione si prosegue dritti, per sentieri più facili. In breve, facendo attenzione a vari bivi e incroci di sentieri, si raggiunge la croce, da dove si ha una vista sull'intera città di Vittorio Veneto.
La croce del monte Altare sulla città di Vittorio Veneto. In lontananza si vedono il Col Visentin e il monte Pizzoc.
Croce del monte Altare a Vittorio Veneto
Salutata la croce si continua a salire, su rocce dove si trova anche un cavo metallico (non per attrezzatura, solo per aiutarsi). Poco prima di raggiungere i 450 metri della cima del monte Altare, amichevolmente chiamato Colle Maledicto in ricordo dei vecchi riti, si incontra una caratteristica scalinata di rocce. Sulla cima non si vede nulla perché è circondata dagli alberi.
Icona cima Monte Altare
450 mt
Inizio della salita dalla croce alla cima del monte Altare.
Salita monte Altare
La scalinata poco prima della cima del monte Altare.
Scalinata monte Altare

Case Foda

Dal monte Altare si scende per bosco e si arriva al caratteristico abitato di Case Foda, da dove si scorge in lontananza anche la chiesa di San Lorenzo.
Case Foda.
Case Foda

Monte Baldo

Dalle case si scende ad incrociare la strada asfaltata, per abbandonarla subito e iniziare, dopo aver affiancato per un breve tratto un vigneto, la salita al monte Baldo con il sentiero 1042 A. Nel primo tratto dopo il vigneto occorre prestare attenzione ad alcuni bivi, dopodiché è più facile.
Sentiero 1042 A verso il monte Baldo.
Sentiero 1042 A
Quando non c'è più niente da salire significa che si è arrivati in cresta, dove bisogna girare a sinistra per salire fino ai poco meno di 600 mt slm della cima del monte Baldo. Con un po' di attenzione, particolarmente negli ultimi metri di salita dove ci sono alcune rocce, si arriva alla croce di vetta.
Icona cima Monte Baldo
600 mt
Essendo questa vetta per alcuni metri priva di alberi, si vede bene la pianura da un lato e la vallata con Revine fino alla Val Lapisina dall'altro.
Panorama dal monte Baldo verso la pianura.
Panorama monte Baldo
La croce del monte Baldo con panchina e vista sulla Val Lapisina.
Croce monte Baldo

Serravalle

Dalla cima del monte Baldo si torna sul sentiero appena percorso e si continua in direzione di Serravalle, sul sentiero 1043, praticamente tutto in bosco fino alla fine. Poco oltre la Terrazza degli Artiglieri e i ruderi della chiesa di S.Antonio Abate bisogna fare attenzione a dei paletti e del filo che si trovano in disordine sul bordo del sentiero, per evitare di inciampare o farsi male. In questo tratto si vedono anche dei ruderi di alcune torri, che facevano parte del sistema di fortificazione di cui era dotata Serravalle.
Sentiero in discesa verso Serravalle.
Discesa Serravalle
Raggiunta nuovamente la civiltà si sbuca direttamente nella piazza di Serravalle (piazza Flaminio), con la loggia e il fiume Meschio, da dove ci si dirige verso la scalinata di Santa Augusta.
Piazza di Serravalle.
Serravalle

Santuario di Santa Augusta

A pochi passi dalla piazza si trova la scalinata di Santa Augusta, che inizia in maniera imponente, diventa poi un sentiero che sale a zig-zag e, per la maggior parte del suo percorso, un largo selciato in buona pendenza.
Scalinata al santuario di Santa Augusta.
Scalinata Santa Augusta
Torre lungo il percorso.
Torre Santa Augusta
Si superano delle cappelle votive e dei capitelli e quando si passa attraverso una torre si è praticamente arrivati al santuario, costruito, secondo tradizione, sul luogo del martirio di Santa Augusta per mano del padre Madrucco (visigoto) che evidentemente non era tanto d'accordo con le tendenze cristiane della figlia. La santa viene raffigurata con una ruota perché è stato uno degli strumenti del martirio. Il santuario ne contiene tutt'oggi le reliquie. Il monte su cui si trova è il monte Marcantone.
Ultimo tratto per il santuario.
Santa Augusta

Turris nigra

Per maggiore soddisfazione e maggiore dislivello si prosegue sul sentiero che sale alla Turris Nigra, una parte della fortificazione costruita da Madrucco. In questa escursione si arriva solo fino alla Turris Nigra (pare abbastanza) ma il sentiero prosegue sulla costa di Serravalle fino alle pendici del monte Pizzoc, dove ci sono altri sentieri come quello alla Madonna dell'Agnelezza con partenza da Serravalle.
Panorama verso il Col Visentin dalla Turris Nigra.
Turris Nigra
Dai ruderi si torna al santuario e poi giù per parte del percorso appena fatto, fino a una deviazione sulla sinistra.

Santuario della Madonna della Salute

In questo tratto si cammina sulle strade del paese. Degni di nota sono uno dei piloni della ex-teleferica che collegava la cima del monte Pizzoc con Vittorio Veneto (per trovarne altri fai la Direttissima al monte Pizzoc) che si trova dentro al giardino di una casa e, con deviazione di qualche metro, la piccola chiesa della Madonna della Tosse, eretta dove un tempo c'era un capitello dove venivano portati i bambini per chiedere la grazia per guarire dalla tosse pagana (la pertosse).
Uno dei piloni della teleferica che colleva la cima del monte Pizzoc a Vittorio Veneto.
Pilone ex teleferica
Ritornando su sentiero per l'ultima volta, con una lieve salita si arriva fino al Santuario della Madonna della Salute, che si trova all'inizio della costa di Fregona. Da qui si scende con un particolare sentiero a tornanti, si passa tra le case e si torna al parcheggio.
Il santuario della Madonna della Salute.
Santuario Madonna della Salute
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La traccia è stata realizzata con Komoot e segue il percorso originale.

Komoot fa i suoi conti su distanza e dislivello, quindi i valori qui sotto possono differire da quelli riportati nel resto della pagina. Il tempo in Komoot è calcolato impostando il livello "molto allenato", che corrisponde a tenere un buon passo, senza considerare eventuali pause che vanno quindi aggiunte al tempo totale.